Un blog sul cinema. E tutto il resto

domenica 24 agosto 2008

[komunicazione] Un’idea 10 anni oltre... (le mutande!)


Un po’ per deformazione professionale e un po’ per interesse e curiosità personali, osservo attentamente tutto ciò che mi capita sottomano e davanti agli occhi in tema di comunicazione: pubblicità, spot, cartelloni, flyer, brochure. Grandi campagne internazionali e piccoli lavori locali non importa, guardo tutto.
Così oggi mi è capitato il gadget che vedete nella foto: una borsa di tela - la shopper per intenderci - che una merceria regala ai suoi clienti per festeggiare i 10 anni di attività... visto cosa c’è scritto? Sfido i copy a trovare un pay off più chic... semplicemente fantastica!

lunedì 11 agosto 2008

[cinema] Les amantes reguliers. Se l’immagine è arte le dimensioni non contano


Per sopravvivere al caldo in città si sperimenta di tutto un po’. Avendo appena terminato uno degli ultimi libri di Murakami che mi restano di leggere (ne mancano ancora un paio all’appello), non potevo iniziarne subito un altro (soprattutto con certi autori ho bisogno prima di far decantare storie personaggi e sensazioni); quindi ho deciso di infilare qualche film nell’ipod e vederlo in terrazza con la cuffia... un tipo di fruizione che mi pare accettabile alle 3 di notte di una giornata bollente per arrecare disturbo ai vicini e non dare nell’occhio!
Veramente sono sempre stata riluttante all’idea di vedere un film in uno schermo di pochi centimetri... mi pareva una cosa inconcepibile e addirittura poco etica (!).
Ma l’altra sera nell’ipod ho deciso di vedere (anzi rivedere) un film di 4 anni fa: “Les amantes reguliers” di Phlippe Garrel.
E ho scoperto che la pura arte di quei fotogrammi trascende ogni confine, compreso quello fisico dello schermo.
Non si può infatti porre limite alla forza e alla poesia delle immagini di Garrel, così come non si può imbrigliare il film nella rappresentazione di un tempo simbolico e mitico come quello del 1968.
Perché il tempo di questa pellicola non è il tempo del racconto cinematografico né quello della storia; ma è un tempo assolutamente e puramente filmico, una dimensione creata dal regista-autore che, soffermandosi su un’inquadratura o un sorriso o uno sguardo non il tempo utile per la plausibilità o la durata reale dello stesso, bensì quello necessario per esprimere un discorso e il suo significato, crea l’opera. Questa è arte.
Senza ribadire la distanza cosmica che separa Les amantes dal Bertolucciano The Dreamers (francamente un film come tanti di una certa epoca, con il ’68 banalmente sullo sfondo), ci si rende conto davvero - anche dalla minima superficie di un ipod - della forza emanata da ogni inquadratura che non appare costretta e sacrificata da uno spazio così ridotto, ma anzi allude ancor più nettamente a ciò che resta fuori campo ma che al contempo è evocato e chiamato in causa in ogni istante... uno sguardo che allude a possibilità infinite, un gesto che richiama lo spazio e le sue possibili coordinate, una nuvola di fumo d’oppio che sottende la realtà di un sogno...
Provate a farlo con un altro film!