Un blog sul cinema. E tutto il resto

giovedì 8 marzo 2012

[cinema] Soderbergh e la geometria del genere

Haywire (che in italiano è diventato Knockout e che ovviamente ha pure preso il sottotitolo esplicativo Resa dei Conti… maledetti traduttori di titoli, che possano i vostri computer prendere un virus letale ogni qualvolta provate a salvare quelle vostre improbabili trasposizioni!) è l’ultima pellicola del tosto Steven Soderbergh. Il poliedrico regista (che è oppure produttore, attore e montatore) lo seguiamo volentieri dai tempi di Sesso, Bugie e Videotape, passando per Traffic – film dove si lavora molto e con efficacia sul piano dell’audio – fino ai divertenti vari Ocean’s.
In questo ultimo lavoro il nostro tratta del genere Azione: lo filma, lo interpreta, lo mette in scena cercando in più punti di scardinarlo, non tanto con “rovesciamenti” dell’action movie come molti altri farebbero, quanto con scelte stilistiche che definirei d’autore.
La geometria delle inquadrature e delle scelte di campo non insiste sui colpi (e di botte se ne menano) né sui primi piani, ma è così studiata e architettata da risultare naturale e far si che scene al limite del credibile risultino assai accettabili. Senza sforzo e senza virtuosismi, ma con una tecnica di chi sa il fatto suo e può permettersi di prendere in mano un genere, una sceneggiatura che si dipana su diversi piani e rompe la linearità (di genere appunto) e tirarne fuori il (proprio) film: godibile e intrigante, come sempre Soderbergh... con il suo cast all stars.

giovedì 1 marzo 2012

[tempo&musica&lucio] Ciao Lucio, la tua musica ha scandito la mia vita e tu non lo sai. Forse

Qualche ora fa è mancato Lucio Dalla. Nonostante la sua musica – che conosco dalla mia fanciullezza – non sia quella che ascolto tutti i giorni sul mio ipod, credo che abbia segnato momenti della mia vita più di qualsiasi altra.
L’ho conosciuta da bambina, quando mio zio scomparso prima dei 40 me la fece conoscere (in vinile e cassette). Imparai a conoscere i suoi classici e gli Lp di allora (parliamo dei primi ’80). Poi al liceo “Se io fossi un angelo” era diventata una sorta di colonna sonora mia e di una mia compagna di scuola e “Don’t touch me” la sigla di un programma che conducevo alla radio.
E poi il brano preferito di mia madre era “Caruso” cantata da Lucio; si commuoveva quando l’ascoltava… e ora piango io ascoltandola. Una volta mentre eravamo insieme a Bologna lo incontrammo mentre tutti e tre guardavamo una vetrina di un negozio non ricordo più di cosa.
L’ultima volta che ho visto Lucio in concerto era il 2008; il giorno prima ci ho parlato, aveva lo sguardo vivo e un interesse ad ascoltare gli altri che colpiva.
In questa giornata penso ai suoi pezzi e a momenti della mia vita. Ma – senza un motivo particolare – soprattutto mi vengono in mente “Liberi” e “Disperato erotico stomp”.
E naturalmente Eleonora Giorgi che in “Borotalco” grida “Luciooooooo”.

Grazie Lucio.