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giovedì 4 agosto 2016

[cinema] Ritorno al cinema con paura. 10 Cloverfield Lane

Tempi brutti, di paure vere e diffuse.Paura catartica invece quella che ci fa provare il cinema, da sempre. Anzi, sono i thriller e gli horror le pellicole che più ci fanno sentire “dentro” al cinema, che all'esperienza estetica/visiva aggiungono quella più fisica ed emozionale. Vista la stagione pienamente estiva, vorrei segnalare uno dei film dell’ultima stagione cinematografica da recuperare nelle arene sotto le stelle, 10 Cloverfield Lane.

I fondamentali del genere ci sono tutti: un incidente che conduce da uno stato di quotidiana normalità a un ambiente altro e sconosciuto, un bunker dal quale sembra impossibile uscire, degli sconosciuti, un luogo ostile. Che qui sono perfettamente mescolati e manipolati.

Sin dai primi minuti, il film instaura uno scambio perfetto con lo spettatore con il quale riesce (nella realizzazione di una delle maggiori ambizioni cinematografiche) a mettere in campo una partecipazione continua che sarà alimentata per tutto il film dalle domande di chi guarda: è vero? È falso? Quale è e come distinguere la realtà?
Domande che lo spettatore si pone anche nella (e fino alla) ultima scena, in una continua tensione che si fa carburante per la scrittura dell’opera prima di Dan Trachtenberg.


In questa pellicola c’è il cinema basico, fatto di espedienti estetici, visivi e sonori che tirano fuori la reazione dello spettatore e che ben sveglio sulla poltrona vive empaticamente le sorti della protagonista. 
Gli elementi base, le spiegazioni ogni volta sconfessate e le derive citazioniste, accompagnano il pubblico fino all'uscita dalla sala, quando tutti inevitabilmente si chiedono “e quindi?”. Effetto cinema.