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mercoledì 4 gennaio 2012

[cinema] Elementare Watson: Sherlock Holmes in salsa Matrix


All’inizio, proprio nelle prime scene del film, c’è un’immagine che riprende Magritte, con tanto di uomo con cappello a bombetta e mela.
Poi “Sherlock Holmes” la pellicola diretta (e orchestrata) da Guy Ritchie prende una strada tutta sua.
Inconsistente a livello narrativo (e ce lo aspettavamo), a livello estetico è un puro divertissement, la voglia di un regista di mettere su schermo scene che probabilmente aveva in mente (e aveva già visto da tempo). Ecco che così – pur nell’ineccepibile confezione – escono fuori due ore di giochi, effetti, salti e scontri alla Matrix, senza avere l’originalità e la forza di questo film che ha segnato un’era e ha fatto scuola, nel bene (La Tigre e il Dragone, per dirne una) e nel male (centinaia di film girati solo per far saltare e volteggiare i personaggi). A guardarlo bene il protagonista strizza pure l’occhio all’eletto di Matrix (Neo), indossando in qualche scena un paio di evocativi occhialini. Un film ben girato, con momenti visivamente divertenti. Tutto qui.

E Sherlock Holmes? Beh, nemmeno l’ombra. Sir Arthur Conan Doyle non è neanche evocato… dovrà aspettare un’altra pellicola. Questa poteva pure chiamarsi “Mario Rossi” e nessuno lo avrebbe notato.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Criss non riesco a trovare la tua mail, scrivimi a l.bartoli@ddb.it ho una proposta per te.

Michela ha detto...

Viene voglia di rivedere il più classico dei film sul grande Sherlock: http://www.cghv.it/f45091/SHERLOCK-HOLMES

White russian ha detto...

Se cambiavi cast, regia e anno di produzione allora potevamo aspettarci un film più serio, più fedele ai libri e con meno divertissement, ma Robert Downey Junior doveva confermare il suo essere attore di serie A (Iron Man l'ha rilanciato ma mancava un film di conferma) e Guy Ritchie doveva anch'egli confermare il suo essere regista di serie A ma negli Stati Uniti stavolta. E se il pubblico a cui è indirizzato è quello adolescenziale, non ci si poteva aspettare un prodotto diverso. In fondo è divertente. Non mancano nemmeno gli indovinelli e le spiegazioni fondando riflessioni nella chimica e nella fisica strizzando l'occhio a parecchi deja vu. Un prodotto senza pretese che ha avuto la giusta ricompensa: un sequel (questa volta) scadente