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lunedì 9 giugno 2008

[cinema] Sorrentino, Gomorra e co. Il cinema che viene dal sud


Il cinema italiano - a detta dei critici e dei giornalisti - è sempre sull’orlo del precipizio. Salvo poi smentire questa affermazione ogni volta che nelle sale esce un film italiano che ha successo al botteghino oppure quando un film di casa nostra riceve un riconoscimento in qualche festival.
Stavolta è accaduto con Gomorra e Il Divo, due film nelle sale in questi giorni il cui valore è stato ampiamente riconosciuto a Cannes.
Meno male, così parlando del sud non si tira in ballo solo ‘a monnezza...
Un’ottima cosa anche perché ci fornisce l’occasione di ricordare la vivacità - cinematograficamente parlando - dell’Italia del sud negli ultimi anni.
Penso sicuramente alle pellicole di Sorrentino, interessanti e di successo, a Mario Martone che è riuscito a raccontare sentimenti paure e sensazioni che hanno un respiro davvero transnazionale (due titoli su tutti L’amore molesto e il bellissimo Teatro di guerra, sulla guerra vera, la guerra mancata e la guerra interiore), ma anche ad Antonio Capuano che pochi anni fa (3 se non ricordo male, ma le date non sono il mio forte) ha realizzato uno splendido lavoro dal titolo La guerra di Mario.
Se non lo avete fatto vi consiglio più che caldamente di vederlo. E’ un’opera intelligente e mai scontata che racconta di un bambino che vive una vita davvero difficile e che viene affidato a una famiglia borghese, portando crisi e scompiglio senza riuscire ad allontanare nemmeno per un attimo i propri problemi e fantasmi.
La purezza e la realtà (diciamo pure crudezza) delle immagini si sposano alla purezza del linguaggio, anzi dei molteplici linguaggi, che si incontrano e scontrano senza mai riuscire a comunicare davvero.
Nel film ha una colonna sonora che da sola è in grado di narrare un mondo: suoni musica parole e lingue diverse si rincorrono e sovrappongono a raccontare un mondo (quello di Napoli e del sud) che mi ha sempre affascinato (da centro italica che sono).
La guerra di Mario è anche un film sul destino di un bambino, un destino che non può mutare e che investe le sue origini, la sua lingua e il suo territorio; una storia che commuove, fa pensare e colpisce dritto allo stomaco... un bel pugno che raramente i film ci regalano e che fa sempre bene, non credete?

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